Per ripartire bisogna ricostruire

Per ripartire bisogna ricostruire

di Giuseppe Ligotti – Consulente in gestione HR Profittevole, Presidentedi Federlavoro Varese

Fin da bambino (un tempo assai lontano) sento parlare dell’ormai epico progetto del ponte sullo stretto di Messina. Un’opera meravigliosa, dalla portata economica straordinaria per ciò che comporterebbe durante la realizzazione e ciò che svilupperebbe in termini di traffico di persone e merci. Sfortunatamente però, al di là della propaganda politica dell’attore politico del momento, nulla è stato fatto ed tutti i bellissimi ed innovativi progetti sono rimasti una mera illusione. Proprio come il ponte sullo stretto, se noi imprenditori non usciremo dal torpore che ci coglie da quarant’anni, anche la tanto decantata ripartenza dell’economia finirà per restare solo un’illusione dopo questo periodo di riassetto.

Proprio così: dobbiamo uscire dal torpore. Per troppo tempo siamo stati abituati ad accettare in modo più o meno passivo gli eventi del nostro quotidiano. E questo non per nostra incapacità, ma per mancanza di necessità. Sì, avete letto bene. Dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, le economie del mondo non hanno subito forti shock ed hanno vissuto sull’onda lunga generata dal secondo dopoguerra. Tutti abbiamo creduto che quel sistema economico, basato sulla ricostruzione, fosse in grado di autoalimentarsi e di autogenerare consumi in eterno. Ebbene, questo involontario processo ha però portato la maggior parte degli imprenditori a non cogliere la necessità di rinnovare i propri processi produttivi e a non sviluppare la propria capacità di rigenerarsi.

Covid_19 e ricostruzione

Non mi riferisco ovviamente alle aziende che della ricerca e sviluppo hanno fatto il loro modello di business; mi riferisco a tutte quelle aziende che, poiché vantavano un modello di business vincente, non hanno compreso la necessità di evolvere quel loro modello vincente. Il COVID-19 ha prodotto una pandemia mondiale che in pochissimo tempo ha messo in luce tutti i limiti di un modello economico fragile e datato. Oggi – giustamente – la speranza di sopravvivenza di molti imprenditori in tutto il mondo è legata alla capacità degli Stati di aiutare le imprese in questo momento di difficoltà finanziaria. Ma finisce lì? È proprio questo il punto sul quale voglio portarvi a riflettere.

Aiuti economici… e poi?

L’aiuto nel momento di difficoltà è ovviamente necessario per sopravvivere, visto che il COVID-19 ha rimescolato le carte e cambiato le regole del gioco dell’economia. Ma nel frattempo il sistema economico precedente è del tutto cambiato: si sta definendo un modello economico basato su standard, servizi e modelli completamente differenti.E questo impone un’evoluzione anche da parte nostra. Anzi: una rivoluzione.

Quello che si è sempre fatto non va più bene

Perché dobbiamo accettare che un’invenzione rivoluzionaria del 1871 come il telefono di Antonio Meucci possa evolversi, svilupparsi, trasformarsi fino ai moderni smartphone (che sono un assemblaggio di prodotti diversi telefono + videocamera + computer) e non accettiamo che le nostre attività debbano cambiare, così come sono cambiati la maggior parte degli oggetti che usiamo comunemente? Perché chiediamo sempre agli altri qualcosa di più, ma difficilmente siamo predisposti a mettere in discussione le nostre abitudini, le nostre procedure? Perché molto spesso ci rifugiamo dietro alla frase “abbiamo sempre fatto così ed è sempre andato bene”? La motivazione è semplice, abbiamo perso gli stimoli a prevenire il cambiamento, a guidare il cambiamento, a gestire il cambiamento.

Ricostruzione

Presto, mi auguro molto presto, l’emergenza sanitaria dettata dal COVID-19 lascerà il posto alla ricostruzione, allo sviluppo ed alla rinascita del sistema economico, esattamente com’è avvenuto in passato dopo le grandi carestie e le grandi guerre. Questa volta però la ricostruzione va pensata in anticipo, e per l’esattezza oggi, non domani o domani l’altro. Solo chi avrà oggi la capacità di ricostruire il proprio business e riprogrammarlo potrà essere pronto per la fase dello sviluppo. Grazie all’esperienza maturata e al knowhow acquisito, è oggi che dobbiamo abbandonare le nostre convinzioni, riformulare le nostre teorie e pensare in modo nuovo. Dobbiamo evolvere il nostro pensiero guardando alla realizzazione di quello che ci sembra impossibile. Riprendendo la metafora di prima: da telefono dobbiamo diventare smartphone.

(Fonte: www.secsolution.com)

 

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